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sabato, Aprile 20, 2024

I libri ci raccontano che siamo vivi

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Andrea Esposito | Mary Marzocchi da qualche anno fa il lavoro più meraviglioso e difficile del mondo: la mamma. Eppure riesce a essere tante altre cose insieme grazie alla sua cultura personale, alla sua sensibilità e ai tanti interessi che coltiva. Laureata in lettere moderne e filologia moderna, dopo un master in editoria e comunicazione, è diventata editor professionista. Mary è stata l’editor del mio primo romanzo e da lì è nato un rapporto di stima reciproca e di grande amicizia che mi porta a rifugiarmi da lei ogni qual volta ho pronta la prima bozza di un manoscritto: il primo sguardo d’insieme, il primo consiglio, deve essere il suo. Dopo anni di esperienze professionali anche come direttore editoriale, ha lasciato una trincea per un’altra, forse ancora più impegnativa: Mary Marzocchi insegna oggi storia e italiano negli istituti secondari, anche sulla nostra isola. Ecco perché è con grande entusiasmo che ho accolto la notizia che ha trovato anche il tempo di realizzare questo piccola perla, più di un blog, un luogo di incontro virtuale dove partecipare concretamente alla divulgazione della letteratura. E’ già di per se un atto d’amore per la letteratura e noi che l’amiamo, noi che letteralmente “la mangiamo”, non ci possiamo permettere di guardare con la puzza sotto il naso a qualsiasi forma e mezzo di comunicazione, a qualsiasi freccia ci venga messa al nostro arco. Un blog letterario è già in se qualcosa di speciale: uno studio delle dinamiche dei social network ci dice che la stragrande maggioranza di coloro che navigano sul web desiderano leggere messaggi brevi, privilegiano l’immagine di Instagram, diretta e immediata, non solo ai raccontini della nostra giornata su facebook, ma anche alle poche decine di caratteri con le quali spariamo le nostre sentenze definitive su twitter. Il blog è fisiologicamente qualcosa di diverso e quello letterario ancora di più: si divulgano storie raccontate, si recensiscono e promuovono libri, si intervistano autori (noti o meno non importa) e infine, come in tutti i blog, è prevista una stanza virtuale nella quale si lasciano commenti e si scambiano opinioni. Eppuure ciò che per me lo rende speciale non è il suo funzionamento ma il fatto che tratti di libri: siamo in un periodo di crisi profonda dell’editoria, probabilmente la piu’ nera da quando si stampa su carta. A poco vale incolpare gli e-book o gli editori furbi rispetto a quelli che invece ancora scovano talenti: sono false giustificazioni, come voler fermare un uragano con le mani, un modo per assolvere la nostra coscienza. I libri li devi amare (di carta o meno non importa) come si ama qualcosa di vivo, di fisico. Devi sentire di non poterci vivere senza (io ad esempio, dovunque sono, non riesco letteralmente ad addormentarmi se non leggo, a qualsiasi ora). Queste non sono le frasi dei baci Perugina, anzi al contrario: è qualcosa di drammatico. La crisi dei libri, in Italia e all’estero, è prima di tutto culturale: il livello delle nostre vite, sotto questo aspetto si è abbassato. Non siamo piu’ curiosi, non ci piace indagare per scorpire disparati punti di vista, andiamo in cerca di certezze assolute quando invece, neppure tanto tempo fa, amavamo gli scrittori che stuzzicavano le nostre domande, la nostra fantasia e quindi il ragionamento. Non si legge più perché costa fatica e questo – a chi come noi ama i libri come fossero vivi – ci fa soffrire. Ecco perché questo blog è una ventata d’aria fresca per aprirsi e diffondere, non certo per chiudersi nella nicchia dell’ennesimo polveroso “circolo dei lettori”. Partecipate a Babele Letteraria e diffondete le sue iniziative, condividetele nelle scuole, tra i ragazzi, in trincea quando fate un lavoro che vi spezza le gambe o vi ammorba l’anima. Usate questo blog per vivere, perché in fondo questo fanno i libri: raccontano la vita di ognuno di noi. Ha detto Joe R. Lansdale, il maestro del noir contemporaneo americano, che il suo mestiere “non è dare certezze e rassicurare gli animi, ma seminare il dubbio e ricordare ai suoi lettori che sono vivi”. Buon anno a tutti! 

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